Fino a poco tempo fa era possibile trovare sul database online dell’Istat i dati relativi al numero dei disoccupati per coorte d’età e livello di studio:
Coorte d’età | Unità |
15-24 |
674.000 |
25-34 |
877.000 |
35-44 |
707.000 |
45-54 |
541.000 |
55-64 |
180.000 |
65+ |
9.000 |
I numeri sono relativi all’ultimo trimestre del 2012. Per qualche motivo i dati non sono più disponibili e si deve far riferimento all’Annuario Statistico italiano 2013 sempre ad opera Istat [1]. La rilevazione riguarda i trimestri centrali del 2012, ma i numeri sono in ogni caso estremamente interessanti. Partiamo con un confronto complessivo (dati espressi in migliaia):
Occupati | Disoccupati | Forza lavoro | Popolazione per titolo di studio (15 anni +) | |
Senza titolo/licenza elementare |
1.109 |
199 |
1.307 |
11.250 |
Licenza media |
6.835 |
1.051 |
7.886 |
16.658 |
Diploma |
10.663 |
1.187 |
11.850 |
18.107 |
Laurea/post laurea |
4.292 |
307 |
4.599 |
6.194 |
Totale |
22.899 |
2.744 |
25.642 |
Per i lettori la tabella non presenta particolari novità e l’idea che i disoccupati siano tutti laureati è semplicemente demenziale. Guardando i dati si può notare che le persone meno istruite sono marginali nel mondo dell’occupazione, con tutta probabilità stiamo parlando della maggior parte dei pensionati, mentre il grosso dell’occupazione e della disoccupazione ricade sulle licenze medie e i diplomi. I laureati sono meno numerosi ma presentano una situazione migliore, seppur di poco. Adesso proviamo a disaggregare i dati per coorte d’età. Partiamo dagli occupati:
Senza/licenza elementare |
Licenza media |
Diploma |
Laurea/post laurea |
|
15-19 |
2 |
59 |
47 |
– |
20-24 |
14 |
259 |
692 |
48 |
25-29 |
33 |
444 |
1.045 |
425 |
30-34 |
56 |
636 |
1.362 |
665 |
35-44 |
175 |
2.133 |
3.323 |
1.448 |
45-54 |
301 |
2.355 |
2.918 |
1.012 |
55-64 |
392 |
860 |
1.175 |
599 |
65+ |
135 |
88 |
100 |
94 |
La tabella conferma che le persone con la sola licenza elementare sono le più anziane e prossime alla pensione. Le persone con la licenza media e i diplomati dominano la parte centrale della vita lavorativa. Nelle coorti d’età 25-29 e 30-34 il numero dei laureati è simile a quello delle persone con la licenza media e solo la metà di quello con il diploma. Dopo i 35, invece, il numero dei laureati perde il terreno.
Ora passiamo ai disoccupati:
Senza/licenza elementare | Licenza media | Diploma | Laurea/post laurea | |
15-19 |
2 |
77 |
61 |
– |
20-24 |
7 |
136 |
303 |
24 |
25-29 |
8 |
115 |
204 |
100 |
30-34 |
17 |
133 |
166 |
73 |
35-44 |
50 |
289 |
254 |
76 |
45-54 |
63 |
231 |
153 |
26 |
55-64 |
48 |
67 |
45 |
8 |
65+ |
3 |
2 |
2 |
1 |
L’aspetto più buffo della retorica sui lavori mancanti è che si focalizza l’attenzione sui laureati e non sulle persone con la licenza elementare o media. Il motivo è palese dato che nessuno è così idiota da sostenere che un operaio generico non voglia fare l’artigiano. Così facendo, però, si falsa la situazione influenzando malamente le politiche del lavoro. È da notare che nei bassi livelli di istruzione il grosso dei disoccupati lo si ritrova avanti negli anni, riducendo ancor di più le possibilità d’impiego, anche se queste due categorie messe insieme non raggiungono il numero degli occupati con il diploma.. Non è un caso se le riforme del lavoro si concentrano sui più giovani e i più istruiti o, più semplicemente, di chi è ancora occupabile. La cosa, però, vuol dire che per i più anziani e i meno istruiti non c’è molto che si possa fare nel mercato del lavoro odierno e ancor meno in quello futuro.
Ecco la forza lavoro:
Senza/licenza elementare | Licenza media | Diploma | Laurea/post laurea | |
15-19 |
4 |
137 |
107 |
– |
20-24 |
21 |
395 |
995 |
73 |
25-29 |
41 |
559 |
1.249 |
525 |
30-34 |
73 |
770 |
1.528 |
738 |
35-44 |
225 |
2.422 |
3.577 |
1.524 |
45-54 |
364 |
2.586 |
3.071 |
1.038 |
55-64 |
441 |
928 |
1.221 |
607 |
65+ |
139 |
90 |
102 |
95 |
Nel complesso la forza lavoro si concentra nella fase post centrale della vita lavorativa, mentre nelle ultime due classi l’istruzione primaria e secondaria inferiore supera quella secondaria superiore. Nelle tre classi centrali, invece, il numero è di poco inferiore. Molto distaccato il valore dei laureati.
Ecco una tabella di sintesi per coorte d’età:
Occupati | Disoccupati | Forza lavoro | |
15-19 |
108 |
140 |
248 |
20-24 |
1.013 |
471 |
1.484 |
25-29 |
1.948 |
426 |
2.374 |
30-34 |
2.719 |
389 |
3.108 |
35-44 |
7.079 |
669 |
7.747 |
45-54 |
6.586 |
473 |
7.059 |
55-64 |
3.027 |
169 |
3.196 |
65+ |
418 |
8 |
426 |
La forza lavoro italiana è parecchio anziana, gli over 35 sono più del doppio degli under 35, mentre sulla disoccupazione a dispetto di quel che se ne dice sono le persone di mezza età a sudare freddo.
Un ultimo dato interessante lo si può trovare dalla composizione della forza lavoro per settore:
Settore | Valore | Percentuale |
Agricoltura |
849 |
3,7 |
Industria |
6.362 |
27,8 |
Servizi |
15.688 |
68,5 |
Totale |
22.899 |
100 |
Anche qui nessuna sorpresa. L’Italia sta seguendo l’andamento di tutte le economie avanzate che vede una riduzione del settore manifatturiero e una crescita di quello dei servizi sulla quota totale del lavoro. Considerato che da più parti si invoca un rilancio del manifatturiero c’è poco da stare allegri, specie se si conta che nelle produzioni manifatturiere del prossimo futuro a far la differenza sarà la tecnologia e il relativo livello di competenze necessarie per far funzionare la robotica, l’informatica, la biotecnologia, l’ingegneria genetica.
La morale di questi dati? Che senza conoscere la situazione si è portati ad adottare le politiche sbagliate con danno di chi avrebbe più bisogno. Insomma, lo si era già visto sulle pensioni, ma un il Premio Darwin lo si dovrebbe assegnare agli over 50 in blocco anche per le idiozie che scrivono sul lavoro.
[1] Cfr. http://www.istat.it/it/archivio/107568#contenuti. Per i pigri, pigrissimi e pure pigrerrimi: cap. 9 a pagina 16.
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