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Il Trattato di Aquisgrana o dell’OPA della Francia sulla Germania

A sorpresa una politica a fine carriera come la Merkel e un politico fallito come Macron si portano a casa un nuovo trattato diplomatico [1]:

Angela Merkel e Emmanuel Macron hanno firmato il trattato di Aquisgrana, che rilancia l’amicizia e la collaborazione franco-tedesca. Prima dei due leader, il trattato è stato firmato dai ministri degli Esteri di Francia e Germania. Si tratta dell’intesa che rilancia il contratto dell’Eliseo, che nel 1963 fu firmato da Korad Adenauer e Charles de Gaulle.

“Oggi è un giorno molto significativo per i rapporti franco-tedeschi”, “significa che vogliamo andare avanti mano nella mano”,  ha detto la cancelliera prima della firma del trattato franco-tedesco. Alla luce della storia del passato, e della inimicizia passata fra i due Paesi, “questo non è scontato”, ha continuato. Dopo la seconda guerra mondiale, portata dalla Germania in Europa, c’è stata la riconciliazione, e poi l’amicizia, ha spiegato. “E questo non potrebbe renderci più felici”, ha concluso Merkel.

   Di fronte alle molte sfide che si presentano oggi in Europa, “Francia e Germania devono assumersi la responsabilità e parlare con una voce sola”, ha affrmato Macron, citando “i nazionalismi che minacciano l’Europa”, la “scossa” che proviene dalla Brexit, ma anche “il terrorismo, il cambiamento climatico” e le nuove dinamiche economiche. Il presidente francese ha anche sottolineato che le minacce “non provengono solo dall’esterno, ma anche dall’interno” della nostre società.

Al riguardo non si può non notare l’ipocrisia di chi firma accordi bilaterali citando a sproposito l’integrazione europea ma, ancor di più, mi viene in mente la vecchia massima che gli imperi non crollano, si frazionano. Vediamo in dettaglio la cosa.

 

—- Il trattato di Aquisgrana —-

Partiamo dal testo del trattato avendo ben presente che in questi casi si deve leggere fra le righe alla ricerca del non detto. Per quanto riguarda l’europeismo, al netto della propaganda [2]:

Les deux États approfondissent leur coopération en matière de politique européenne. Ils agissent en faveur d’une politique étrangère et de sécurité commune efficace et forte, et renforcent et approfondissent l’Union économique et monétaire. Ils s’efforcent de mener à bien l’achèvement du Marché unique et s’emploient à bâtir une Union compétitive, reposant sur une base industrielle forte, qui serve de base à la prospérité, promouvant la convergence économique, fiscale et sociale ainsi que la durabilité dans toutes ses dimensions.

 basta leggere l’articolo 8:

Les deux États s’engagent à poursuivre leurs efforts pour mener à terme des négociations intergouvernementales concernant la réforme du Conseil de sécurité des Nations Unies. L’admission de la République fédérale d’Allemagne en tant que membre permanent du Conseil de sécurité des Nations Unies est une priorité de la diplomatie franco-allemande.

Se non fosse che, in un contesto europeo, il seggio dovrebbe essere a targa UE e non della Francia e/o della Germania. E gli Stati Uniti d’Europa? Ops.

Proseguendo nella lettura possiamo trovare l’intento fusionisa fra Francia e Germania:

  • Les deux États s’engagent à renforcer encore la coopération entre leurs forces armées en vue d’instaurer une culture commune et d’opérer des déploiements conjoints. Ils intensifient l’élaboration de programmes de défense communs et leur élargissement à des partenaires. Ce faisant, ils entendent favoriser la compétitivité et la consolidation de la base industrielle et technologique de défense européenne. Ils sont en faveur de la coopération la plus étroite possible entre leurs industries de défense, sur la base de leur confiance mutuelle. Les deux États élaboreront une approche commune en matière d’exportation d’armements en ce qui concerne les projets conjoints.

  • En conséquence, ils sont résolus à créer pour leurs peuples un espace partagé de liberté et de possibilités, ainsi qu’un espace culturel et médiatique commun. Ils développent la mobilité et les programmes d’échanges entre leurs pays, en particulier à l’intention des jeunes dans le cadre de l’Office franco-allemand pour la Jeunesse, et définissent des objectifs chiffrés dans ces domaines. Afin de favoriser des liens toujours plus étroits dans tous les domaines de l’expression culturelle, notamment au moyen d’instituts culturels intégrés, ils mettent en place des programmes spécifiques et une plate-forme numérique destinés en particulier aux jeunes.

  • Les deux États rapprochent leurs systèmes éducatifs grâce au développement de l’apprentissage mutuel de la langue de l’autre, à l’adoption, conformément à leur organisation constitutionnelle, de stratégies visant à accroître le nombre d’élèves étudiant la langue du partenaire, à une action en faveur de la reconnaissance mutuelle des diplômes et à la mise en place d’outils d’excellence franco-allemands pour la recherche, la formation et l’enseignement professionnels, ainsi que de doubles programmes franco-allemands intégrés relevant de l’enseignement supérieur.

  • Les deux États favorisent la mise en réseau de leurs systèmes d’enseignement et de recherche ainsi que de leurs structures de financement. Ils poursuivent le développement de l’Université franco-allemande et encouragent les universités françaises et allemandes à participer à des réseaux d’universités européennes.

  • Les deux États sont attachés à l’objectif du bilinguisme dans les territoires frontaliers et accordent leur soutien aux collectivités frontalières afin d’élaborer et de mettre en œuvre des stratégies appropriées.

  • Les deux États faciliteront la mobilité transfrontalière en améliorant l’interconnexion des réseaux numériques et physiques entre eux, notamment les liaisons ferroviaires et routières. Ils agiront en étroite collaboration dans le domaine de la mobilité innovante, durable et accessible à tous afin d’élaborer des approches ou des normes communes aux deux États.

  • Les deux États approfondissent l’intégration de leurs économies afin d’instituer une zone économique franco-allemande dotée de règles communes. Le Conseil économique et financier franco-allemand favorise l’harmonisation bilatérale de leurs législations, notamment dans le domaine du droit des affaires, et coordonne de façon régulière les politiques économiques entre la République française et la République fédérale d’Allemagne afin de favoriser la convergence entre les deux États et d’améliorer la compétitivité de leurs économies.

Cosa abbiamo, allora? L’idea di fondere gli aspetti economici, tecnologici, di ricerca e sviluppo, di promuovere il bilinguismo e la condivisione culturale. Non si tratta semplicemente di migliorare i rapporti bilaterali, ma di costruire una nuova entità politica.

 

—- Il frazionamento della UE —-

Torniamo, adesso, alla UE. Come abbiamo visto in passato, l’unica forma politica possibile per fare gli Stati Uniti d’Europa è la struttura imperiale. Ma in un impero c’è sempre un gruppo etnico e culturale dominante che può o monopolizzare il centro del potere o assimilare gli altri gruppi al proprio interno. E indovinate cosa manca nella UE? Proprio il centro imperiale. Al riguardo la Germania non ha i numeri né economici né demografici e a livello militare è semplicemente un nano. La sua politica economica di stampo mercantilista, inoltre, è completamente inadatta per lo scopo perché i centri imperiali finiscono in deficit commerciale per legare a sé la periferia come sta capitando agli USA. Per finire la Germania non ha nessuna influenza culturale sugli altri paesi e il tedesco non è parlato al di fuori dei paesi di cultura tedesca. Il confronto con gli USA, al riguardo, è semplicmente imbarazzante, per non tacere del fatto che Berlino è sotto occupazione militare americana dal 1945.

Visti i fattori in campo è palese che la UE sia destinata a ridursi a semplice area economica e che il potere politico si configurerà intorno alle seguenti linee di faglia:

  • L’Est Europa che rimane nell’area NATO, baltici compresi;
  • Il Nord scandinavo che rimane nell’area NATO, con la Svezia prossimo possibile paese membro;
  • UK che si avvia a uscire dal progetto UE e rimane nella NATO;
  • Il duo Francia/Germania;
  • I periferici Italia e Spagna;

Concentrandoci sulla simpatica coppia, dobbiamo ricordarci anche dei paesi satelliti: Belgio, Olanda, Lussemburgo, Olanda. A parte una minoranza di lingua olandese, verrebbe a configurarsi uno spazio bilingue francese/tedesco dall’Atlantico al fiume Oder. E se è impossibile fare uno Stato con 27 lingue differenti, con due è possibile.

Oggi la Germania dispone della popolazione e del PIL più grandi in Europa, ma è priva di capacità di proiezione internazionale specialmente al di fuori della UE. La Francia ha dalla sua la forza militare con atomica annessa e un complesso industriale che garantisce l’autosufficienza militare per quanto a discapito dell’efficacia dei mezzi di produzione autoctona rispetto a quelli americani. E per non farsi mancare nulla la Francia ha una lingua di portata mondiale e legami molto stretti con l’Africa. La fusione fra i due elementi politici sembrerebbe logica, quindi.

Fra l’altro, per lo meno a livello teorico, un’entità politica che assume vagamente i contorni dell’Impero Carolingio non è incompatibile con una UE ridotta a mercato comune, quella che verrebbe a chiamarsi come Europa a più velocità. L’unico problema sono i paesi dell’area Euro rimasti esclusi dal direttorio franco-tedesco: la BCE da chi verrebbe gestita?

 

—- L’arma demografica —–

Il progetto di unione politica, ovviamente, nasconde la solita domanda: chi incula chi? Al netto degli euroinomani italiani convinti che la politica internazionale sia una cena di galantuomini, s’intende. A prima vista potrebbe sembrare che la Germania si stia annettendo la Francia grazie alla sua superiorità demografica ed economica in modo da poter acquisire un nuovo ruolo internazionale. Analizziamo, invece, un’altra dimensione: quella demografica. Ecco la Germania [3]:

Ecco la Francia [4]:

Notate qualcosa? Nel 2050 la popolazione francese e tedesca saranno simili per dimensioni ma non per trend – quella francese è in crescita, quella tedesca in calo – né per età media dato che la società francese sarà più giovane.

Non da ultimo la Francia conserverà la propria influenza mondiale grazie all’ex impero coloniale, mentre l’andamento economico tedesco degli ultimi anni, nonostante l’euro sottodimensionato per la stazza tedesca, non è assolutamente eccezionale, anzi [5]:

 

Tasso di crescita medio PIL per quinquennio

2004-8 2009-13 2014-18
Germania 2 0,6 2
Francia 1,9 0,4 1,4
Italia 1 -1,6 0,9
Spagna 3,2 -1,8 2,7
Polonia 5,2 2,9 3,9
USA 2,4 1,1 2,4
Giappone 1,2 0,4 1,1

Fonte: Commissione Europea

 

L’economica tedesca, inoltre, risulta assente nei settori hi-tech come quelli IT e delle biotecnologie e risulta essere troppo dipendente dal settore auto dove, di nuovo, difetta nel futuro (auto elettriche, in misura minore a guida automatica) ed è troppo esposta nel passato (diesel).

Quello a cui stiamo assistendo è per certi versi il canto del cigno del modello economico tedesco il cui orientamento all’export non potrà che portare a guai in un mondo sempre più protezionistico e chiuso. Sicuri che sarà la Germania a papparsi la Francia e non il contrario? Fra le altre cose, indovinata quale sarà il paese più colpito in caso di creazione di un polo industriale militare Francia-Germania. Se dite Italia avete visto giusto…

 

—- Vado pazzo per i piani ben riusciti… —–

Non mancano, ovviamente le incognite sia interne sia esterne. La società francese è dilaniata da fortissime tensioni non solo fra centro e periferia ma, soprattutto, fra autoctoni e Islam. La possibilità che la Francia imploda in una guerra civile non è affatto peregrina. La Germania, d’altra parte, vive come tutti gli europei in un fatato mondo post storico e in molti sognano di diventare una sorta di Svizerra maxi formato. Senza contare, poi, che sia i francesi sia i tedeschi potrebbero tranquillarmente opporsi a un progetto politico di fusione che, in ogni caso, per diventare operativo richiederebbe generazioni.

Ma ancor di più le incognite vanno ricercate al di fuori di questi paesi. Il primo segnale di questa tendenza sarà nelle reazioni delle altre potenze all’idea di introdurre la Germania nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Gli USA semplicemente rideranno in faccia alla Germania, mentre il Regno Unito deve saldare il conto di una Brexit non cooperativa da parte di Bruxelles. La Cina non ha un interesse diretto nella cosa e forse, e dico forse, solo la Russia potrebbe essere favorevole per indebolire gli americani e creare un asse con Berlino. Ma è proprio su questo punto che casca l’asino perché sappiamo già che gli USA non hanno la minima intenzione di lasciar emergere un potere politico egemone in Europa e men che mai vogliono un’allenaza Berlino-Mosca-Pechino. Non si vede, poi, con quale argomento la Germania riuscirà a scrollarsi di dosso le basi militari americane…

Nel frattempo per tutelarsi è già stato creato il Trimarium e la NATO è più viva che mai lasciando intendee che un esercito “europeo” o è nella NATO sotto comando americano o, di fatto, sarà franco-tedesco più satelliti. È lecito aspettare, infine, che in caso di rottura definitiva con gli USA, Zio Sam si muova nella stessa strategia di contenimento già in vigore con Cina e Russia. E per compleare l’accerchiamento del nuovo impero “europeo” mancano all’appello solo Italia e Spagna.

Già, l’Italia. Che fare? Di sicuro non mancherà il genio europeista pronto a inneggiare al duo Parigi-Berlino, se non fosse che non mi pare che ci siano stati inviti nei confronti degli esecutivi precedenti all’attuale il cui europeismo era stucchevole. Così come mi risulta piuttosto difficile ignorare l’atteggiamento egemonico di tedeschi e francesi nei confronti di Roma. Ma, alla fine, c’è poco da scegliere perché il secondo paese europeo sotto occupazione militare americana è proprio l’Italia. In un fantageopolitico conflitto fra USA e Parigi-Berlino-Mosca, Roma si accoderebbe a Londra e Varsavia.

Sia come sia, non preoccupatevi. Fin qui siamo nel segno delle speculazioni e delle ipotesi. Per il momento hanno solo firmato un pezzo di carta e fra la firma e la messa in atto c’è una bella distanza come i trattati europei, d’altronde, ben dimostrano. Solo una cosa, ormai, è certa: la UE è morta e gli attori politici cominciano a muoversi in un contesto di rivalità geopolitiche, fatevene una ragione.

 

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[1] Cfr. www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2019/01/22/merkel-mano-nella-mano-con-la-francia_ffb3e591-8250-4138-9eb5-f4e7e7564fbf.html

[2] Cfr. https://www.diplomatie.gouv.fr/fr/dossiers-pays/allemagne/relations-bilaterales/traite-de-cooperation-franco-allemand-d-aix-la-chapelle/

[3] Cfr. https://www.populationpyramid.net/germany/2050/

[4] Cfr. https://www.populationpyramid.net/france/2050/

[5] Cfr. https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-performance-and-forecasts/economic-forecasts/autumn-2018-economic-forecast_en

2 commenti su “Il Trattato di Aquisgrana o dell’OPA della Francia sulla Germania

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Questa voce è stata pubblicata il 24 gennaio 2019 da in politica con tag , , , , .
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