Ricordate quando i gufi profetizzavano il crollo dell’occupazione in Italia a causa del Decreto Dignità? A quanto pare hanno ciccato la previsione [1]:
MILANO – Torna a scendere la disoccupazione. Ad agosto il tasso è sceso al 9,5%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali su base mensile, aggiornando così il minimo dal novembre del 2011. In flessione anche il dato giovanile: la percentuale di chi cerca un lavoro e non lo trova nella fascia 15-24 anni è calata di 1,3 punti percentuali su base mensile, portandosi al 27,1%, al punto più basso dal 2010. Sostanzialmente stabile invece il numero di nuovi occupati, il cui dato è sostanzialmente invariato rispetto a luglio (-1000 unità).
Ad agosto 2019 ci ritroviamo con
Il trend è positivo su base annua ma, come al solito, c’è un però da soppesare.
—- Il mercato del lavoro? Fermo —-
Guardiamo i dati dell’Istat con particolare attenzione al prospetto numero 4 [2]:
In questa sede mi interessa la variazione congiunturale fra luglio e agosto 2019 e quella tendenziale fra agosto 2019 e agosto 2018. Partiamo dalla variazione congiunturale per classi d’età:
Su variazione congiunturale gli under 50 perdono terreno sia nell’occupazione e sia nella disoccupazione, solo gli inattivi aumentano. Numeri non impressionanti, invero, ma comunque negativi.
Per quanto riguarda la variazione tendenziale su base annua:
Basta il grafico degli occupati per notare che gli occupati non aumentano:
A cui aggiungere una considerazione di tipo demografico.
—- Gli over 50 e i giovani choosy —-
Per capire l’effetto della dinamica demografiche sui dati Istat dobbiamo partire dalle basi, la piramide demografica della popolazione italiana [3]:
Le dinamiche demografiche degli ultimi decenni hanno trasformato la fu piramide in un decisamente poco glorioso fungo con un’onda umana compresa fra i 40 e i 60 anni. E come tutte le onde, anche quella demografica si muove passando da una classe demografica all’altra. E cosa riportano i dati Istat? Un calo di occupati nella classe d’età 35-49 anni e un aumento in quella 50+ quasi pari per entità (222mila vs 287mila). Anni fa, quando i media erano impegnati a massacrare i giovani disoccupati, non poteva mancare il dotto e furbo analista che davanti all’aumento occupazionale degli over 50 non si esimeva dall’evidenziare il fatto leggendolo come una richiesta del mercato del lavoro e non come una semplice transumanza demografica. Il tutto condito dalla retorica dei choosy, ovviamente.
Non a caso l’Istat presenta un prospetto depurato dalla componente demografica:
Occupati | Disoccupati | Inattivi | |
15-34 anni | +2 | -10,2 | +0,4 |
35-49 anni | +0,1 | -2 | +0,5 |
50-64 anni | +1,3 | -4,3 | -1,7 |
15-64 anni | +0,9 | -6,3 | -0,3 |
E la situazione cambia radicalmente.
[1] Cfr. https://www.repubblica.it/economia/2019/09/30/news/istat_occupati_agosto-237312470/
[2] Cfr. https://www.istat.it/it/archivio/233707
[3] Cfr. https://www.tuttitalia.it/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2018/
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