Charly's blog

HR e dintorni – No, le difficoltà occupazionali di alcuni settori professionali non sono dovute al Reddito di Cittadinanza

L’Italia, si sa, è il paese dei paradossi. Ricordate quando si derideva l’importo del Reddito di Cittadinanza, per gli amici RdC? Ecco, ma poi con la stagione estiva [1]:

La stagione estiva sta appena decollando con le riaperture delle attività dopo il lungo inverno delle restrizioni anti-Covid. E già si registra una grossa polemica in Italia circa l’impatto negativo che il reddito di cittadinanza avrebbe sui lavoratori stagionali. “Non si trovano”, è la denuncia che arriva dalle associazioni di categoria, specie attive nel comparto turistico-alberghiero, da nord a sud. Tempo fa, il governatore campano Vincenzo De Luca aveva lanciato l’allarme, forse il primo tra i rappresentanti istituzionali. In questi giorni, gli imprenditori toscani ammettono che mancherebbero all’appello migliaia di lavoratori stagionali nella regione. E il problema sarebbe lo stesso: ai colloqui, i giovani si presentano avendo l’asso nella manica del reddito di cittadinanza. Essi non accetterebbero le condizioni offerte, sostenendo che meglio sarebbe altrimenti percepire il sussidio. E non sarebbero in pochi ad avanzare una proposta “indecente” ai datori di lavoro: assunzioni alle condizioni descritte, ma in nero. In questo modo, i lavoratori stagionali (e non solo) percepirebbero sia lo stipendio che il reddito di cittadinanza e porterebbero a casa congrue mensilità.

Quindi il RdC riuscirebbe nell’impresa di avere un importo ridicolo e allo stesso tempo di convincere le persone a rifiutare posti di lavoro lautamente retribuiti. Davvero, davvero?


—- Profilazione del RdC —-

Come di consueto le discussioni partono dal presupposto di ignorare tutti i dati statistici sul tema. Per venire a capo del problema si dovrebbero considerare due aspetti distinti:

  • i percettori del RdC;
  • le posizioni lavorative di difficile reperimento;

Iniziamo dal primo punto usando i dati dell’ANPAL [2]. Ecco i beneficiari del RdC:

Ed ecco le persone che rientrano nel Patto per il lavoro:

La discrepanza fra i due numeri dovrebbe farci riflettere sul primo problema del RdC: confondere il reddito minimo con un sussidio di disoccupazione finalizzato all’impiego. Non tutti i percettori del RdC, infatti, sono in grado di intraprendere una carriera professionale riducendo la platea dei possibili occupabili.

La geografia dei percettori, poi, dovrebbe far riflettere sul secondo problema del RdC. Il Sud da solo raggiunge quasi il 50% dei beneficiari, più del Nord e del Centro messi assieme. Ma il sistema produttivo è sbilanciato a favore del Nord, non del Sud. Logicamente il Sud presenta più disoccupati o inoccupati ma allo stesso tempo avremo difficoltà di impiego visto che mancano le aziende dove farsi assumere. Le dimensioni non contenute del paese sono un altro problema perché se sei un disoccupato siciliano appena fuori dalla tua regione trovi la Calabria e non la Silicon Valley. Un disoccupato lombardo, invece, può sperare nel Veneto o nell’Emilia.

Sul piano qualitativo è bene ricordare l’aspetto anagrafico:

I disoccupati under 29 sono sotto il 40%  con la sola eccezione del Sud mentre gli over 50 presentano valori simili.

Il livello d’istruzione è particolarmente rilevante:

Come ripetuto fino alla nausea su questi pixels, il successo o meno occupazionale dipende da due fattori:

  • dalla geografia, da dove vivi;
  • dal tuo profilo professionale;

Se non trovi lavoro in un determinato posto geografico puoi sempre spostarti altrove ma se non c’è un posto al mondo per te, allora, il problema è il tuo profilo. E al riguardo, in Italia, la formazione professionale si limita alla scuola.

Nel complesso i numeri ci dicono che il grosso dei percettori del RdC viene dal Sud – l’area del paese più svantaggiata in termini occupazionali ed economici – e vanta al massimo una licenza media inferiore, probabilmente con carriere discontinue e a bassa o nulla professionalizzazione. In pratica profili dalla difficile se non nulla occupabilità.


—- E le posizioni lavorative? —-

Per quanto riguarda il lato delle assunzioni possiamo usare i dati del Excelsior Unioncamere [3]. Per agosto erano previste 256.820 assunzioni con una difficoltà di reperimento del 33%. Che messa così sembra tanta roba ma il 33% di 256mila è 80mila e rotti a fronte di 2,3 milioni di disoccupati (dati Istat di luglio [4]). Non è tanta roba, è poca roba…

Il dato, ovviamente, è una media fra le aree aziendali:

E le difficoltà di reperimento da una parte vertono sulle skills dei più giovani:

Considerati i numeri basterebbe ridurre le iscrizioni al liceo e dirottare gli studenti ai tecnici e ai professionali per risolvere il problema ma l’impatto occupazionale complessivo, di nuovo, sarebbe poca roba.

Ma non si dovrebbe commettere l’ingenuità di pensare che il mercato del lavoro italiano sia particolarmente propenso ad assorbire i titoli di studio più elevati:

In compenso le persone meno qualificate presentano una minore difficoltà di reperimento:

Non proprio sorprendente considerata la specializzazione produttiva del paese, no?


—- Considerazioni finali —-

Il RdC sarebbe un forte disincetivo al lavoro se avesse un importo comparabile allo stipendio medio che si trova sul mercato del lavoro italiano ma così non è [5]:

E’ di 559 euro l’importo medio mensile del Reddito di cittadinanza che, a marzo 2021, è stato percepito da 1,1 milioni di nuclei familiari. Lo comunica l’Inps. Dopo la flessione registrata a febbraio 2021, torna dunque a crescere a marzo il numero dei beneficiari dell’RdC o della Pensione di Cittadinanza (PdC) che nel terzo mese dell’anno sono stati 92mila, per un totale di 1,1 milioni di nuclei pari a 2,6 milioni di persone coinvolte (662mila minorenni). In relazione al primo trimestre del 2021, sono 1,5 milioni i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità di RdC/PdC, pari a 3,4 milioni di beneficiari.

Sempre nel mese di marzo, la distribuzione per macroaree geografiche vede 1,8 milioni di percettori nelle regioni del Sud, 452mila nelle regioni del Nord e 334mila in quelle del Centro

Meno di 600 euro al mese – nel caso più fortunato – non sono di certo in grado di impensierire un salario netto di 1200. E abbiamo visto che le assunzioni previste coprono tutta la gamma professionale dai lavori low skilled a quelli di elevato livello. Non a caso le storie raccontate dai media non reggono a un’analisi più approfondita quando si scopre che le condizioni di lavoro non sono quelle prospettate e sono pure illegali.

Ma se non è un forte disincentivo il RdC rimane un piccolo disincentivo per i lavori non qualificati dalle basse retribuzioni. Non tanto nel rifiutare le proposte lavorative ma per integrarle: lavori in nero percependo il RdC e un salario ridotto che comunque conviene anche al datore di lavoro dato che non paga le tasse. Ma sono numeri piccoli nell’ordine di qualche migliaio – su Infojobs la ricerca “cameriere” su scala nazionale produce 1.119 risultati – mentre i disoccupati sono a milioni da decenni.

Possiamo concludere con le solite considerazioni:

  • il RdC è mal concepito e peggio implementato perché confonde il sussidio di disoccupazione finalizzato all’impiego con il reddito minimo;
  • il divario economico Nord/Sud è un problema perché crea più disoccupati dove non possono essere assorbiti;
  • l’Italia nella realtà europea è un paese di grandi dimensioni che rende complicata la mobilità specie per i contratti stagionali dall’importo inadeguato per vivere in località turistiche;
  • la formazione professionale scolastica è scadente, quella continua post scuola è inesistente;
  • la popolazione italiana ha livelli di studio bassi, scarsa alfabetizzazione tecnologica, elevati liveli di analfabetismo funzionale soprattutto tra i più anziani e meno istruiti;
  • le aziende italiane sono piccole, a conduzione familiare e dalla specializzazione produttiva di basso livello. I canali di ricerca più usati sono quelli personali con tutte le conseguenze del caso in termini di ricerca del personale (numeri più piccoli, qualità minore);
  • nell’epoca dei voli low cost i profili più qualificati trovano rapidamente condizioni professionali migliori oltralpe e il mercato italiano non è appetibile per i profili più skillati;

Morale della storia? Il RdC è inefficace a livello occupazionale e inefficiente nel ridurre la povertà ma nulla si farà per riformarlo per motivi di consenso politico e cecità ideologica (“i ricchi che vogliono levare i soldi ai poveri”). D’altronde in molti si sono convinti che i soldi europei siano strutturali e non una tantum per evitare che il fallimento dell’Italia si porti dietro la Germania e il suo apparato produttivo. Nel frattempo i paesi Visegrad sono prossimi al Pil pro capite PPA con l’Italia e fra 10 anni qualcuno si chiederà se vale la pena salvare il paese per via del suo apparato industriale localizzato nel Nord o se sia sufficiente sterilizzare la minaccia tricolore ritagliando l’oltre Po e lasciando alla deriva tutto il resto. Tanto le BMW le puoi vendere anche a Varsavia e Praga con tanti saluti a Cosenza o Palermo.


[1] Cfr. https://www.investireoggi.it/economia/lavoratori-stagionali-reddito-cittadinanza-mercato-crisi/

[2] Cfr. https://www.anpal.gov.it/-/reddito-di-cittadinanza-online-la-nuova-nota-periodica#:~:text=Si%20tratta%20di%20un%20valore,pari%20al%2038%2C5%25).

[3] Cfr. https://excelsior.unioncamere.net/

[4] Cfr. https://www.istat.it/it/files//2021/09/CS_Occupati-e-disoccupati_LUGLIO_2021.pdf

[5] Cfr. https://www.adnkronos.com/reddito-cittadinanza-qual-e-limporto-medio_6XX6PnUr1mUmdIL4MMHTKH

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Questa voce è stata pubblicata il 15 settembre 2021 da in Uncategorized.