Charly's blog

Spin in corso: la Commissione Segre e i 200 insulti al giorno… che non sono misurabili

Partiamo da un lancio dell’Ansa [1]:

Arrivano al ritmo assurdo di 200 al giorno gli insulti social a Liliana Segre, 89 anni, senatrice a vita, sopravissuta ad Auschwitz e testimone dell’Olocausto. Bipartisan la solidarietà della politica, dal M5s al Pd, da Forza Italia a Italia Viva. Il premier Conte invita il Parlamento a ‘introdurre norme contro il linguaggio dell’odio a tutti i livelli.

Duecento messaggi al giorno incitanti all’odio razziale. Tanti ne riceve, in media, Liliana Segre, memoria storica della Shoah. Lo scrive oggi Repubblica e dell’argomento la senatrice a vita parlerà lunedì in un convegno a Milano dal titolo “Dal Binario 21 ad Auschwitz. Il linguaggio dell’odio: incontro con Liliana Segre”, che si terrà alle 14 allo Iulm.

E passiamo alla solita domanda: ma voi avete verificato i dati citati? No? Non preoccupatevi, qualcuno si è preso il disturbo.

 

—- I 200 insulti al giorno? Sono 197… all’anno —-

È stato un articolo di Repubblica a lanciare l’allarme citando un rapporto dell’osservatorio antisemita ed è stato un post di Termometropolitico a verificare la fonte scoprendo che le cose non stanno affatto come sono state descritte [2]. L’Osservatorio antisemitismo «raccoglie e codifica le azioni di antisemitismo (aggressioni fisiche o verbali, scritte e graffiti, insulti in rete, discorsi pubblici, ecc.), elabora i dati sugli episodi di ostilità antiebraica, svolge indagini sull’opinione pubblica e realizza studi mirati. Particolare impegno è rivolto al monitoraggio dell’antisemitismo in rete per la nuova complessa realtà dell’antisemitismo 2.0, cioè l’uso dei social network per condividere la demonizzazione di Israele, le teorie cospirative, la negazione della Shoah, e i classici temi dell’antisemitismo con l’intenzione di creare accettabilità sociale per questi argomenti» [3].

Ed eccovi i numeri:

Episodi di antisemitismo

Tipologia antisemitismo

Con complessi calcoli legati alla matematica quantodinamicoalchemica possiamo notare la sproporzione con il numero originario:

200×365=73.000 vs 197

Sommersi dalle critiche e dai sberleffi Repubblica ha provato a mettere una pezza [4]:

Dunque facciamo chiarezza: i 197 episodi di antisemitismo resi pubblici non hanno nulla a che vedere con quanto accade sul web, e dipendono da segnalazioni varie di singoli fatti, che vanno dallo sputo alla scritta sul muro. I nostri dati si riferiscono invece ai messaggi d’odio sui social network: 200 al giorno sono quelli verificati, e anzi potrebbero essere molti di più.

È lo stesso Centro di Documentazione Ebraica Contemparanea in un comunicato a confermare: “Questo numero [197 episodi l’anno, ndr] non ha alcuna relazione con il numero di commenti o espressioni di antisemitismo in rete, che è molto maggiore. L’Osservatorio antisemitismo”, precisa il Cdec, “non è in grado di assegnare numeri ad ogni singolo commento antisemita che si legge in rete. Tuttavia avendo censito come fa Voxdiritti 300 siti antisemiti e oltre 200 profili Facebook espressamente antisemiti è evidente agli osservatori che i numeri con cui si trova a fare i conti la società italiana sono di grande rilevanza. La Fondazione Cdec”, conclude il comunicato, “ribadisce la scientificità dei dati raccolti ed è pronta a intraprendere azioni legali contro qualunque azione che possa recare pregiudizio alla Fondazione stessa”.

Notate niente di strano? Per comodità vi riposto una frase:

L’Osservatorio antisemitismo”, precisa il Cdec, “non è in grado di assegnare numeri ad ogni singolo commento antisemita che si legge in rete.

Ma se non si è in grado di assegnare numeri ai commenti, quindi non possiamo quantificarli, come si può stabilire che alla Segre sono dedicati 200 commenti di odio al giorno? Mancano i dati precisi e viene detto nero su bianco. In pratica la Ferragni e Fedez, probabilmente, ricevono più insulti e odio online…

 

—- Lo spin per la Commissione Segre —-

Beninteso, il fenomeno dell’antisemitismo esiste ma come scrive il report non abita solo a destra:

I successi elettorali e politici dell’estrema destra creano preoccupazione, ma non distolgono l’attenzione dall’aumento dell’antisemitismo di sinistra che sostiene istanze islamiste e atteggiamenti di islamismo antiisraeliano espressi in termini antisemiti, come nei movimenti BDS (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) contro lo Stato di Israele.

Ma, allora, perché è stato scritto un articolo del genere? Errore o sciatteria? Forse o, magari, era solo un’operazione di spin per zittire l’opposizione alla Commissione Segre. Analizziamo, ora, l’intento della Commissione Segre partendo dalle promesse [5]:

negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, che pervadono la scena pubblica accompagnandosi sia con atti e manifestazioni di esplicito odio e persecuzione contro singoli e intere comunità, sia con una capillare diffusione attraverso vari mezzi di comunicazione e in particolare sul web. Parole, atti, gesti e comportamenti offensivi e di disprezzo di persone o di gruppi assumono la forma di un incitamento all’odio, in particolare verso le minoranze; essi, anche se non sempre sono perseguibili sul piano penale, comunque costituiscono un pericolo per la democrazia e la convivenza civile. Si pensi solo alla diffusione tra i giovani di certi linguaggi e comportamenti riassumibili nella formula del “cyberbullismo”, ma anche ad altre forme violente di isolamento ed emarginazione di bambini o ragazzi da parte di coetanei;

per poi concludere che è «un fatto che non esiste ancora una definizione normativa di hate speech». A cui aggiungere che «tutte le forme di incitamento o giustificazione dell’odio razziale, xenofobia, antisemitismo, antislamismo, antigitanismo, discriminazione verso minoranze e immigrati sorrette da etnocentrismo o nazionalismo aggressivo». Salvo poi precisare che: «gli Stati considereranno reato punibile per legge le seguenti categorie di attività: ogni diffusione di idee basate sulla superiorità o sull’odio razziale, ogni incitamento alla discriminazione razziale, nonché ogni atto di violenza o incitamento a tali atti, rivolti contro qualsiasi gruppo di individui di diverso colore o origine etnica; andrà inoltre punita ogni assistenza ad attività razziste compreso il loro finanziamento».

Arrivando, infine alla Commissione, che dovrebbe avere

compiti di osservazione, studio e iniziativa per l’indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche. Essa controlla e indirizza la concreta attuazione delle convenzioni e degli accordi sovranazionali e internazionali e della legislazione nazionale relativi ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e di istigazione all’odio e alla violenza, nelle loro diverse manifestazioni di tipo razziale, etnico-nazionale, religioso, politico e sessuale.

A cui aggiungere:

la Commissione può segnalare agli organi di stampa ed ai gestori dei siti internet casi di fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche, quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche, richiedendo la rimozione dal web dei relativi contenuti ovvero la loro deindicizzazione dai motori di ricerca.

Ma a parte la segnalazione e lo studio la Commissione non dovrebbe avere altri poteri, almeno per ora.

 

—- Ma l’odio è un reato? —-

Nulla da segnalare, allora? Non proprio. Partiamo dall’ovvio: l’odio è un sentimento, non un reato. Umanamente lo si può soffocare o nascondere, ma dal punto di vista legale non può essere una fattispecie di reato e non solo perché non si può provare l’intensità di un sentimento senza eventuali manifestazioni esteriori. Uno Stato che cercasse di controllare i sentimenti della propria popolazione sarebbe uno Stato totalitario, non di certo uno liberale.

Vuol dire che ognuno può fare quello che vuole? No, la legge non s’intromette nei sentimenti ma nei comportamenti. Si può odiare chi si vuole senza, però, commettere azioni lesive nei confronti di altre persone e/o categorie di persone. Se ci limitiamo solo al nostro Codice Penale possiamo trovare:

  • articolo 403 Codice Penale: Offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone;
  • articolo 604 Codice Penale: Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa;

e tutti gli articoli dedicati alla violenza, alle lesioni e alle aggressioni. E no, anche su internet vale il Codice Penale e se non viene applicato e solo per una questione di numeri.

A che serve, allora, la Commissione o il reato di hate speech? A nulla o, meglio, ad associare alla categoria dei delitti d’odio la semplice dissonanza di opinione. Ricordiamo questo passaggio:

tutte le forme di incitamento o giustificazione dell’odio razziale, xenofobia, antisemitismo, antislamismo, antigitanismo, discriminazione verso minoranze e immigrati sorrette da etnocentrismo o nazionalismo aggressivo. Per meglio definire il fenomeno si ricorre alle categorie dell’incitamento, dell’istigazione o dell’apologia.

Non è noto ai più ma quando venne fondata la rivista Limes, siamo agli inizi degli anni ’90, fioccarono le accuse di fascismo perché nei vari articoli si trattava di interesse nazionale. Ma se così fosse dovremmo chiudere ogni singola facoltà di geopolitica o studi strategici, non trovate?

Possiamo, poi, fare altri esempi tratti dal dibattito pubblico:

  • sostenere la propria preferenza per la famiglia tradizionale è omofobia?
  • evidenziare quanto la società multiculturale sia destinata al fallimento è razzismo o xenofobia?
  • Affermare che la legge italiana prevale su usi e costumi degli immigrati è razzismo?
  • Criticare l’Islam è islamofobia? E allora criticare le religioni in generale? Bruciamo le biblioteche?
  • Criticare i woke movies è misoginia e mascolinità tossica?

Attenti che in ambito giuridico conta la corretta formulazione e non quello che si ritiene di aver capito. Il testo della Commissione è ambiguo e la sua attività può attivamente rientrare nel filone di demonizzare, insultare e relegare nel reato le opinioni differenti anche se sono fondate e argomentate.

 

—- La dura replica della realtà —-

Essendo tutta questa storia ispirata dalla sinistra, ci sono due considerazioni da fare una più ironica dell’altra. La prima, evidente, è che creare strumenti del genere per arginare i “fazzissssti!1!” servirà a ben poco quando poi i fazzisssti saranno al potere e avranno già pronti all’uso leggi e strumenti liberticidi.

La seconda considerazione, infine, riguarda la cecità ai fatti e la curiosa idea che la propaganda possa reggere all’esperienza diretta, basta chiamare il tutto “percezione”. Ricordate il rogo alla libreria La pecora elettrica con la chiamata universale alla lotta antifazzista, gli anni ’30 che tornano? Bene, peccato che le indagini siano orientate verso tutt’altra direzione [6]:

Un atto, l’ennesimo, doloso: la serranda non sarebbe stata divelta. Il liquido infiammabile, presumibilmente benzina, sarebbe stato gettato da fuori e in pochi minuti ha distrutto tutto. Con questo sono quattro i locali andati a fuoco nel quartiere di Centocelle in pochi mesi. E prende sempre più credito l’ipotesi che dietro gli incendi ci sia la mano della criminalità interessata a controllare lo spaccio e i locali notturni del quartiere. Una malavita emergente che sta colonizzando le borgate e che arruola tra le sue fila frequentemente personaggi immischiati con le tifoserie violente o che frequentano le curve da stadio vicine all’estrema destra.

In alcuni articoli possiamo trovare il tifo, in altri la criminalità di origine straniera e personalmente sono proprio curioso di aspettare la fine delle indagini.

Ma che succede se si scrivono articoli dedicati al fenomeno della criminalità nelle periferie, magari di origine straniera? Che, poi, si finisce per essere considerati colpevoli di incitazione all’odio o alla xenofobia. Il che mi porta a chiedere se anche i fatti possano essere rasssisti e fazzzisti…

In definitiva siamo sempre davanti allo stesso fenomeno: per chissà quale motivo a sinistra si sono convinti che le elezioni siano disastrose per colpa della propaganda web, come se tutta la popolazione italiana usi internet per informarsi, e che ogni opinione differente sia un reato d’odio e priva di ogni fondamento. Nessuna autocritica, invece, sulle politiche implementate e i risultati conseguiti. Peccato solo che la realtà non possa essere incriminata e che le dure repliche passino, poi, dalle urne elettorali.

 


[1] Cfr. http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2019/10/26/200-insulti-razzisti-al-giorno-a-l.segre_2d000436-29e2-43fe-8312-9f0ea7ce1a2f.html

[2] Cfr. https://www.termometropolitico.it/1465466_liliana-segre-non-riceveva-200-insulti-al-giorno-prima.html

[3] Cfr. https://osservatorioantisemi-c02.kxcdn.com/wp-content/uploads/2019/09/AM_2018_annuale_28ott2019.pdf

[4] Cfr. https://www.repubblica.it/cronaca/2019/11/12/news/insulti_segre_risposta_colaprico-240924438/

[5] Cfr. http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1112759

[6] Cfr. https://roma.repubblica.it/cronaca/2019/11/09/news/baraka_bistrot_rogo_roma-240667013/

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Questa voce è stata pubblicata il 18 novembre 2019 da in politica con tag , , , , .